“Nessun governo potrà fermare Internet”
L’errata profezia di Nicholas Negroponte
Il giorno 7 novembre 1995 nella sede del giornale l’Unione Sarda, a Cagliari, venne organizzata una delle prime convention di Video On Line: era un progetto avveniristico, lanciato da Nicola Grauso meno di un anno prima, ma che si era già conquistato un ruolo di primo piano fra i pionieri del Web.
All’incontro erano presenti manager e diplomatici di 26 Nazioni, gli stessi che Grauso aveva contattato in primavera con la proposta di “portarli su Internet”.
L’ospite d’onore era un personaggio riconosciuto come guru della tecnologia: Nicholas Negroponte. Dieci anni prima aveva fondato al Mit di Boston il MediaLab che era subito diventato il laboratorio dove si studiavano le applicazioni e gli impatti delle nuove tecnologie digitali.
Negroponte era affascinante ed era affascinato dall’idea di Nicolas Grauso. Il 7 novembre intervenne in videoconferenza ed il suo discorso passo’ alla storia come “la profezia di Negroponte” ed è riportato su diversi siti in giro per il mondo.
Disse:
“Negli ultimi tre o quattro mesi ci siamo resi conto che Internet è l’autostrada dell’informazione del futuro in quanto sta crescendo a una velocità assolutamente incredibile.
I siti raddoppiano di numero ogni 60 giorni e le homepage vengono raggiunte ogni 4 secondi.
Ma la cosa più interessante è che non si tratta più di un fenomeno americano: più del 50% di Internet è ormai al di fuori degli Stati Uniti.
Internet è ormai costituita da un traffico multilingue e devo dire che Video On Line, in questo, ha un grandissimo merito perché mi pare che abbia lavorato più di chiunque altro per rendere Internet multilingue: è possibile che i governi, in futuro, cerchino di controllare Internet, ma non potranno farlo.
Cercheranno di introdurre normative e regolamenti che rallentino la potenza di Internet, ma non funzionerà.
Questi tentativi sicuramente non riusciranno a ottenere risultati, perché Internet è un fenomeno assolutamente inarrestabile, controllabile solo dagli utenti.
Soprattutto è uno strumento della gente, non dei governi; uno strumento perché i giovani apprendano, perché gli anziani si ricolleghino con la società.
Un problema che dovrà essere risolto nei prossimi sei mesi è rappresentato dalla riservatezza e dalla codifica dei dati.
La riservatezza dei dati è un fattore importante nel commercio elettronico. Noi sappiamo che oggi la sicurezza dei dati su Internet non è garantita al cento per cento.
La settimana prossima incontrerò il governo americano e cercherò di convincerlo a eliminare le leggi sull’esportazione che impediscono la crittografia dei dati.
Penso che bisognerà lavorare molto su questo, perché la sicurezza personale e commerciale dei dati deve essere garantita a un livello elevato.
Penso che quando ciò sarà possibile assisteremo a un’esplosione del commercio via Internet”.
Era il 1995.