9 agosto del 480 a.C., battaglia delle Termopili
Il 9 agosto del 480 a.C., alle Termopili, gli Spartani e circa un migliaio di altri Greci, in particolare i Tespiesi e i Tebani, guidati dal re Leonida, resistettero all’esercito di Serse per tre giorni.
Nel frattempo, presso Artemisio, la flotta greca oppose resistenza a quella nemica. I Persiani chiesero agli Spartani di arrendersi e di consegnare le armi in cambio della vita. Leonida rispose laconicamente: “MOLON LABE!” (“Venite a prenderle!”).
Il giorno successivo, il Gran Re inviò anche i 10.000 Immortali contro di loro, ma si infransero contro il muro greco-spartano. Sarà solo il tradimento del pastore Efialte e il superamento attraverso i passi montuosi a sancire la sconfitta dei Greci (i Focesi che Leonida aveva posizionato per difendere il sentiero scapparono alla vista dei Persiani).
Si dice che quando i Persiani, irritati, inviarono ambasciatori per chiedere la resa, i Lacedemoni rifiutarono. Fu in quel momento che gli orientali minacciarono di seppellire i Greci sotto una pioggia di frecce così abbondanti da oscurare il sole, e gli Spartani risposero: “allora combatteremo nell’ombra”.
«Dei morti alle Termopili
gloriosa è la sorte, splendida è la fine,
un altare è la tomba, il ricordo è un singhiozzo, la lode è compassione.
Né la ruggine né gli anni divoratori
oscureranno un tale sudario.
Questo santuario di valorosi eroi, come dimora, accolse la gloria dell’Ellade.
Di ciò dà testimonianza anche Leonida, re di Sparta,
avendo lasciato come grande ornamento la virtù e l’eterna gloria.»
(Simonide di Ceo, fr.531)